Se tra i buoni propositi per il nuovo anno scolastico c’è anche quello di imparare una lingua straniera, perché non scegliere il giapponese?
In uno dei primi post del mio blog ho spiegato i motivi per cui vale la pena studiare questa lingua, in questo invece desidero illustrare alcuni aspetti che rendono il giapponese una lingua più semplice di quanto si possa pensare.
Approcciarsi alla lingua giapponese può apparire complesso.
In realtà l’ostacolo principale da superare sono i pregiudizi e la chiusura mentale verso un mondo totalmente nuovo e diverso dal nostro.
Non fraintendetemi, non sostengo che imparare il giapponese sia cosa semplice, ma non è molto più difficile di imparare l’inglese, lo spagnolo o il tedesco.
Ogni lingua ha le proprie particolarità: assimilarle e farle proprie significa aprirsi un mondo totalmente nuovo di possibilità.
Abbandoniamo quindi per un momento i pregiudizi e focalizziamoci sugli aspetti più semplici e simpatici di questa lingua.
1# I suoni
La fonologia giapponese è molto basic.
Conta di soli 5 suoni vocalici e anche i suoni consonantici sono piuttosto semplici.
Se pensiamo che in inglese, solo alla vocale A corrispondono una decina di suoni diversi,
possiamo già eliminare una gran quantità di esercizi di pronuncia.
I suoni vocalici che ci serviranno sono già a nostra disposizione nella lingua madre.
2# Le sillabe
Quando impariamo una lingua nuova, oltre a dover imparare suoni nuovi (e abbiamo già visto al punto 1 che gran vantaggio abbiamo col giapponese), è necessario imparare a combinare questi suoni.
Anche nella struttura sillabica la lingua giapponese è una delle più semplici.
La maggior parte delle sillabe sono formate da una vocale e una consonante, niente a che vedere con la sequenza di tre/quattro consonanti che si trova in parole di molti altri idiomi.
Questo è il motivo per cui ai prestiti dalla lingua inglese vengono aggiunte le vocali tra una consonante e l’altra.
3# Il tono
A differenza del cinese mandarino, in cui il significato delle parole cambia a seconda del tono con cui le pronunciamo, in giapponese non abbiamo grandi distinzioni dovute ai cambiamenti tonali.
E vi assicuro che si tratta di un grande vantaggio!
4# Il genere
In italiano biblioteca è un sostantivo femminile, in spagnolo abbiamo invece el biblioteca, quindi maschile. Perché?
Perché penna è femminile in italiano, ma diventa maschile in tedesco (der Kugelschreiber)?
In giapponese dimenticatevi questi problemi, perché il genere dei sostantivi non esiste!!!
(Scopri cosa significa Nankurunaisa, il mantra giapponese della felicità)
5# I verbi
In italiano a ogni persona corrispondono desinenze diverse nella coniugazione dei verbi, così come in spagnolo, francese e molte altre lingue.
In giapponese il presente del verbo mangiare è sempre taberu, sia che mangio io, mangi tu o mangia egli!
Non c’è nessuna differenza, nemmeno la S alla terza persona singolare!!!
(Impara subito i colori in giapponese)
6# Kanji made easier
In passato l’apprendimento dei simboli kanji appariva come uno scoglio insormontabile.
Oggi le nuove tecnologie hanno facilitato il processo: con i computer e apparecchi tecnologici
non c’è più bisogno di conoscere la sequenza dei segni per realizzare un kanji, è sufficiente digitarlo!
E se non si conosce il significato di un simbolo, non si devono più perdere ore per cercarlo in un immenso dizionario kanji: è molto più pratico e veloce cercarlo in un dizionario online tramite computer o smartphone.
7# I prestiti
Il giapponese ha adottato decine di prestiti dall’inglese, quindi, se già conoscete questa lingua,
vi troverete sicuramente avvantaggiati nella comprensione!
In conclusione, se siete affascinati dalla cultura giapponese e sognate un viaggio in oriente, concedetevi la possibilità di apprendere almeno le basi di questa misteriosa lingua!