Sei curioso di scoprire se il giapponese è veramente così difficile come dicono?
Se è questa paura che ti impedisce di iscriverti al nostro corso di giapponese, sono pronta a scommettere che con questo articolo riuscirò a farti cambiare idea!
Le lingue orientali sono sicuramente molto affascinanti, anche perché sono collegate ad una mentalità che è completamente diversa dalla nostra e questo si riflette anche nelle strutture linguistiche.
Spesso pensiamo di non essere in grado di imparare una lingua così distante da noi, ma non c’è niente di più sbagliato! Capiamo perché partendo da qualcosa di semplice ma al contempo interessantissimo: i colori!
Innanzitutto, il termine generico “colore” in giapponese si traduce con: 色 (iro).
Per quanto riguarda le tonalità più importanti:
– Bianco: 白 (shiro), しろ
– Nero: 黒 (kuro) くろ
– Blu e verde: 青 (ao) あお
Hai capito bene: il colore blu e il colore verde sono indicati dalla stessa parola!
Un giapponese potrebbe infatti parlare del cielo azzurro o di una mela verde utilizzando la stessa parola ao 青.
Questa identità di termini ha origini antiche:
in passato si distinguevano solo quattro colori: il rosso あか (明色), il nero くろ (暗色), il bianco しろ (顕色) ed il blu あを (漠色).
Con il termine usato per il blu si indicavano tutti i colori freddi e perfino i colori che tendevano al nero.
Poi venne aggiunta al vocabolario comune la parola 緑 (midori) みどり, che stava ad indicare però solamente una gamma ristretta di tonalità che si avvicinavano al verde.
Finalmente, dopo la Seconda guerra mondiale si iniziarono a distinguere i due colori utilizzando due kanji, quindi parole, differenti 青 e 緑.
Ma torniamo agli altri colori:
– Rosso: 赤 (aka), あか
– Giallo: 黄色 (kiro), きいろ
– Viola: 紫 / 紫色 (murasaki / murasakiiro), むらさき / むらさきいろ
– Arancione: 橙色 (orengi), オレンジ
– Grigio: 灰色(Guree), グレー
Cosa ne pensi di questi vocaboli? Secondo me sono davvero interessanti e non sono neanche così complicati da imparare a scrivere: mi hanno fatto venire voglia di iscrivermi subito ad un corso di lingua giapponese.