Durante i nostri corsi di lingua e cultura giapponese non solo apprendiamo i rudimenti di questa affascinante lingua, ma scopriamo anche aspetti di questa cultura tanto lontana e affascinante.
NANKURUNAISA!
Avevate già sentito questa espressione? Io l’ho scoperta recentemente e devo dire che ne sono rimasta affascinata! Partendo dalla sua sonorità, è facile intuire, soprattutto per chi ha partecipato ai nostri corsi, che si tratta di una parola giapponese. In realtà l’origine di questa espressione è nel dialetto di Okinawa, un’isola che per molto tempo è stata indipendente. Essa venne conquistata da giapponesi nel corso del XIX secolo e questo portò alla nascita di una lingua che rappresenta una fusione tra la lingua indigena e la lingua giapponese.
Bisogna poi sapere che questa espressione non è una sola parola, ma anzi una frase (nankuru nai sa).
Per essere più precisi, essa è una parte di una frase, che sarebbe così: matuku sookee nankuru nai sa.
In sé questa frase ha un significato abbastanza semplice:
“comportati come si deve
e in qualche modo le cose andranno a posto”
(se vogliamo essere ottimisti), oppure, semplicemente
“Tu comportati come si deve e poi andrà come andrà”.
Anche se questa espressione risulta intraducibile persino in giapponese (non può assolutamente essere scritta con i kanji), si potrebbe dire che richiama nel contempo i nostri detti “Finché c’è vita c’è speranza” e “Non può piovere per sempre”. Un’altra traduzione possibile potrebbe essere:
“Fai del bene / Comportati bene e poi in qualche modo andrà (bene)”
e quindi assomiglia ad un altro nostro modo di dire: “Aiutati che il ciel t’aiuta”.
La sua vera traduzione letterale è “andrà da sé” o “andrà naturalmente” (una via di mezzo tra “le cose andranno spontaneamente a posto” e “sarà quel che sarà”).
Uno degli aspetti che mi affascina così tanto di questa espressione è il fatto che, come vi sarete accorti, ci fa capire che, anche in culture così lontane come quella italiana e quella giapponese, ci possono essere delle caratteristiche comuni, dei modi di vedere la vita simili.
Inoltre, anche se le traduzioni in italiano non saranno perfette, questo modo di dire rappresenta comunque
un invito alla fiducia nel futuro e alla serenità.
Essa ci ricorda che, alla fine, tutto andrà per il meglio. Cosa c’è di più giusto? Di più rincuorante? Questa frase ci suggerisce di “resistere” e di aspettare il momento opportuno senza disperarci.
Nankuru nai sa dovrebbe diventare una sorta di parola d’ordine della Felicità, un mantra della positività da ripetere sempre, per evitare di cadere nella disperazione. Basterebbe, nei momenti bui, provare a chiudere gli occhi, fare un respiro profondo e ripetersi questo mantra per ritrovare la forza e la gioia.
Insomma, questa espressione è davvero affascinante e mi ha sicuramente fatto venire voglia di scoprire qualcosa in più sulle culture orientali, che spesso riescono a convogliare in un’unica parola o piccola frase
un concetto meraviglioso, e in particolare sulla cultura giapponese.
È stato così anche per voi?